Brevi racconti tra un diavolo e un soldato

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In una serata condivisa, due coreografi palermitani over 40, Giuseppe Muscarello e Giovanna Velardi, propongono due assoli sul tema dell'espressività e dell'identità. Due coreografi dal respiro internazionale, la cui cifra linguistica e stilistica è fortemente radicata nella sicilianità.
Sull'identità, di e con Giuseppe Muscarello, è un disegno coreografico di sfumature differenti, la cui danza è realizzata con semplicità meccanica. in cui il protagonista Gengè indossa l'immagine esteriore cui è affidata la quotidianità. Immagini di sé, proiezioni personali e sociali di un soggetto smarrito nella frammentazione.
Look me inside,di e con Giovanna Velardi, è il ritratto di Lu una donna che si mette simbolicamente a nudo ed indaga il corpo esposto allo sguardo degli altri. Lu si accende e si spegne come il suo costume di luce e quando è accesa è pura luce, si esprime libera, senza timore di alcun giudizio, incita il pubblico a trovare lo stesso slancio.

Gengè
sull'identità

di e con Giuseppe Muscarello
una produzione Muxarte - FC@PIN.D';OC
con il contributo di Mibact, Regione Sicilia
con il supporto di Officine Ouragan

“Non mi conoscevo affatto, non avevo per me alcuna realtà mia propria, ero in uno stato come di illusione continua, quasi fluido, malleabile; mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che m'avevano data; cioé vedevano in me ciascuno un Moscarda che non ero io non essendo io propriamente nessuno per me: tanti Moscarda quanti essi erano.”

Un uomo stereotipato vittima di tutti gli schemi che la società gli impone. Un uomo alla ricerca spasmodica dell'autenticità perchè si rende conto che la sua vita è assorbita dalla casualità. La consapevolezza che il suo corpo è animato dalle forme che la società esige, un corpo mortificato che assume aspetti diversi perchè diversi sono i punti di vista che lo animano, decide allora di sperimentare il vuoto, cerca di convivere con il suo nessuno e vive non vivendo. Decide quindi di non essere.
Lo spettacolo è liberamente Tratto da “Uno Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello. Gengè é il personaggio di un romanzo nato nel 1926 ma che corrisponde più che mai agli uomini d'oggi.

La danza potrebbe essere lo strumento ideale per raccontare e trasmettere con grande abilità i sentimenti del protagonista. Un corpo destabilizzato da una nuova realtà che scopre casualmente e con degli “atti gratuiti”

 Giuseppe Muscarello

 

Nella gestualità articolare tipica del linguaggio popolare, riletta reinventata contratta calcolata e saettante, si può rintracciare un perfetto dettaglio che connota la creazione del Muscarello d’una viva e fertile sicilianità.
(Enrico Rosolino – VERVE MAGAZINE – pubblicato l'11 maggio 2017)

 

Giuseppe Muscarello
Coreografo, danzatore, performer, collabora da oltre vent'anni con numerose compagnie di danza italiane oltre che con registi di cinema e teatro.
La sua carriera da danzatore solista inizia nei primi anni 90 e si sviluppa in molteplici e svariate forme. Da anni svolge attività di formazione di danza e movimento scenico per danzatori e attori professionisti in tutta Italia. Nel 1999 fonda e dirige Muxarte, compagnia di danza indirizzando da subito il suo lavoro verso la ricerca. Dal 2017 è direttore artistico di ConFormazioni Festival di danza e linguaggi conemporanei che si svolge ad aprile a Palermo.
Attualmente la compagnia è impegnata in tour nazionale con la nuova creazione (Sull'identità) liberamente ispirata al romanzo Uno Nessuno e Centomila di Luigi Pirandello. Inoltre gli spettacoli al momento in distribuzione nel 2016-2017 sono: “Me -She - It”, e “Io Sono Mia Madre” quest'ultima è un progetto ampio che nasce con l'idea di una mostra fotografica: 7 fotografie (visionabili sul sito www.muxarte.com) che ritraggono un figlio che rimugina sul passato e nel ricordo di sua madre. Il soggetto/figlio diventa poi corpo danzante con uno spettacolo in tour che dal 16 Marzo 2016 è anche un libro che contiene un racconto, pubblicato dalla casa editrice Leima e aquistabile sul sito www.edizionileima.it,: tre modi diversi di raccontare lo stesso argomento.

 

Look me inside

Lu: my name is Lu. She says. Look me. Inside. She says.

ideazione, regia, coreografia, testo e danza Giovanna Velardi
costumi Concetta Guercio
organizzazione Danila Blasi
ufficio stampa Benedetta Boggio/Rosa Shocking
una produzione FC@PIN.D';OC
con il contributo di Mibact, Regione Sicilia
con il supporto di Scenario Pubblico, Officine Ouragan

 

Lu brilla. Come la luce.
Lu parla di sé e dice cose molto molto intime. Cose che nessuno sa.
Le dice come se raccontasse una favola. Solo così Lu ci può svelare particolari di sé altrimenti impensabili da svelare.
Ma Lu per farlo ha bisogno del buio, che quando c'è luce Lu è troppo umana.
Il buio le è amico. Al buio lucciola/Lu, si accende, parla, si racconta.
Si racconta Lu e ci racconta segreti e svela emozioni. E per farlo usa la lingua del cuore,
Lu si racconta, come in un monologo fatto di parole e movimenti, spingendosi dappertutto, seguendo la mappa non scritta della sua dinamica interiore.
Lu danza. E ci affida il suo cuore pulsante tra le mani.

 

Giovanna Velardi
Coreografa e interprete siciliana, direttore artistico della compagnia Giovanna Velardi, diplomata all' accademia nazionale di danza a Roma, Giovanna Velardi, all'età di 14 anni è premiata al concorso internazionale Città di Catania. Dalla fine degli anni 90 lavora in Francia ed in Italia e collabora con alcuni coreografi della "nouvelle danse" tra cui Geneviève Sorin. Sviluppa la sua tendenza a lavorare sull'improvvisazione ed esplora le qualità pulsionali del movimento.. Nel 2000 crea la sua compagnia a Marsiglia, collabora con alcuni musicisti e compositori.Tra le sue creazioni: La marionetta, Enormous Room- Ophelia, Alice's Room , Clown, Carmen duo, Core Demetra2.0....
Dal 2011 al 2014 coreografa molti lavori in collaborazione con La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, il Conservatorio Musicale Bellini di Palermo. Affianca come coreografa alcuni registi tra cui Vincenzo Pirrotta nella messa in scena della Carmen di Bizet al Teatro Massimo Bellini di Catania e Fausto Paravidino " Il Macello di Giobbe". Nel 2015 l'assolo Look Me è presentato alla Biennale di Venezia. Giovanna Velardi con la sua compagnia è Artista associata a Scenario Pubblico, Centro di Produzione Nazionale per la danza diretto da Roberto Zappalà. Collabora con i registi di cinema Fabio Grassadonia ed Antonio Piazza. Ha sviluppato un metodo che utilizza nella creazione e formazione per danzatori ed attori “Il cuore articolare”.

 

Ufficio stampa e comunicazione
BENEDETTA BOGGIO 333 2062996 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Organizzazione
DANILA BLASI 346 4137956 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

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(il linguaggio del cuore articolare)

 

Coreografia e ideazione: Giovanna Velardi
Interpreti: Federica Aloisio, Valentina Iaia, Silvia Oteri, Tiziana Passoni, Sabrina Vicari, Giovanna Velardi
Musiche composte ed eseguite dal vivo: Angelo Sicurella
Costumi: Dora Argento
Ideazione e realizzazione nasi: Paolo Roberto D'Alia
Luci: Danila Blasi

Produzione: PinDoc
Con il sostegno di: Mibact e Regione Siciliana
Durata: 50 minuti

 
Un percorso di movimento sulla ricerca del cuore articolare.
In scena un musicista e cinque danzatrici.
Uno spettacolo, Flexing Heart, che nasce dalla ricerca di Giovanna Velardi e dalla sua riflessione sul centro del corpo, dall'idea del centro del corpo attivo, stabile, energetico ma anche flessibile.
Uno spettacolo che si incentra sulla polarità tra omologazione e diversità. Diversità che può essere vista come follia, come marginalità ad un sistema, che invece diventa portatrice di energia che contagia, che incarna la vitalità di un bambino, pura, autentica, senza sovrastrutture.Un personaggio un po' folle riesce a contaminare con la sua energia un gruppo di personaggi perfettamente omologati tra loro, perfettemente parte di un mondo che li vuole tutti uguali. 
Dei nasi smisurati, in parte ci ricordano che è tutta una menzogna, in parte caratterizzano i personaggi e ne amplificano le intenzioni, ma soprattutto mettono in luce questa polarità tra omologazione e diversità e ci ricordano quanto spesso diamo del folle a qualcuno che è fuori dagli schemi solo per per sentirci parte di un ambito sociale ed esseraccettati. 
Dare voce all' energia vitale, non lasciarla soffocare, questo fa il nostro personaggio un pò folle e un pò bambino, con la sua potenza esplosiva. 
Esplosiva come la musica ideata e suonata live da Angelo Sicurella che, analogamente, lavora attorno alle diversità, crea un mondo parallelo, substrato di un contenitore più grande, una sequenza di quadri che raccontano e che si innestano nelle peculiarità di ogni danzatrice, trovando spazio nelle caratteristiche del movimento dei corpi in scena. L’espressione delicata, muscolare, volatile, pesante, elastica, caratterizzata sempre dalle peculiarità e dall’uso proprio del corpo di ogni danzatrice, come specchio e riflesso del proprio carattere e del proprio agire nel mondo, nella musica trova campo in un universo di suoni che costituisce una sorta di apeiron, un contenitore di suoni che costituisce la galassia all’interno della quale si muovono i mondi (i corpi delle danzatrici, ognuna col movimento che gli appartiene) nella costituzione di un tutto che si inscrive nel concetto di diversità sociale e di omologazione, in totale sintonia con la drammaturgia dello spettacolo. Nella sfera di un linguaggio prettamente connotativo, del corpo e della musica, apparentemente onirico, queste due discipline si sposano e prendono corpo per raccontare col corpo e col suono un mondo, una dimensione, che oggi più che mai vive sicuramente una crisi e sempre più profonda.

IL METODO DEL CUORE ARTICOLARE - FLEXING HEART

Il metodo nasce per ridare vita ad una zona del corpo poco usata nella danza, legata agli organi vitali e al centro anatomico. E' la zona del corpo di congiunzione delle parti liquide e gassose, che articola la respirazione toracica e pelvica. E' situata nella zona della colonna vertebrale, dove passano legamenti profondi che dagli organi si diramano verso le zone muscolari e scheletriche.
Dal cuore articolare passa l'asse del corpo, si rapportano le periferie del corpo e dello spazio, si lascia la tensione del corpo e si recupera l'energia vitale.
Prima di sperimentare il cuore articolare, chiamato così perché il cuore è l'organo vitale per eccellenza, sarà importante mobilizzare la cassa toracica ed il bacino, cavità contenitrici, che proteggono e contengono il cuore del centro anatomico.
Per visualizzare meglio il cuore articolare Giovanna Velardi ha tracciato due linee dall'epigastrio al pube, una trans-ombelicale e l'altra perpendicolare a questa, per lavorare su dei quadranti, finestre-oblo, come fossero anch'essi articolazioni a loro volta legati a degli organi. Il lavoro della mobilizzazione del cuore articolare viene svolto sulla bidimensionalità e tridimensionalità.


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Concept: Giovanna Velardi
Coreografia: Giovanna Velardi
Interpreti: Giovanna Velardi e Federico Brugnone
Costumi: Dora Argento
Coordinamento progetto drammaturgia: Roberta Nicolai
Consulenza registica: Luciano Colavero
Consulenza drammaturgica: Andrea Milano,Matteo Finamore
Organizzazione: Danila Blasi
Comunicazione: Benedetta Boggio
Una produzione: PINDOC
Con il sostegno di: MIBACT e REGIONE SICILIANA
Con la collaborazione di: Triangolo Scaleno/Festival Teatri di Vetro, Rosa Shocking/Festival Tendance, Armunia/Festival Inequilibrio, Spazio Franco

Matteo Finamore e Andrea Milano sono stati selezionati per il presente progetto tra i partecipanti a “Esercizi di Regia 2019”.

si ringrazia La Vicaria, casa della compagnia Sud Costa Occidentale

 

Un lui e una lei. Una lotta. Inizio o fine di una crisi? Turbolenza di un inizio d’amore o ultimi colpi di una fine? La luna accompagna l'attesa di lei, lui spolvera la memoria, ripensando in maniera ossessiva a che cosa ha portato alla crisi. Ragliante lei, eclissato lui, che insiste nella sua mascherata. Si fa buio spesso, è crisi. L’incontro tra un uomo e una donna, che come due corpi celesti gravitano l’uno nell’orbita dell’altro, fino a scontrarsi per generare la più grande esplosione di luce, l’apocalisse. Il racconto di un cambio di stato, di come l’incontro può trasformarsi in scontro, di come il ghiaccio può diventare acqua o vapore e tornare ghiaccio. Rompere il ghiaccio, far sì che mai più si ricomponga non è una cosa semplice da realizzare. Come cambiare il punto di vista? Come arrivare a un vis-à-vis senza occhiali?


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dall'articolo:
OPERE APERTE / TEATRI DI VETRO
di Gianluca Valle - 12 Gennaio, 2020
su teatro.persinsala.it

"In I broke the Ice and saw the Eclipse, Giovanna Velardi – che ne è l’ideatrice – esegue insieme a Federico Brugnone una performance originale e coinvolgente, in cui i codici della danza contemporanea si mescolano a quelli della parola d’amore. I loro corpi si cercano o si respingono? Le loro anime si toccano o si ignorano? È amore o crisi? È un lavoro decisamente convincente sui significanti, sui gesti e sui fonemi di diverse lingue, quello che Giovanna e Federico propongono al pubblico, avvalendosi anche della consulenza drammaturgica di Matteo Finamore e di Andrea Milano, selezionati per il presente progetto nell’ambito del concorso Esercizi di Regia 2019.

Per conoscersi, occorre dapprima “rompere il ghiaccio”: i passaggi di stato di questo materiale solido, ma solubile, capace di farsi acqua e vapore o di tornare ghiaccio, e quindi mai uguale a se stesso, costituiscono il frame metaforico di fondo attorno a cui ruota l’esibizione. Quello che viene narrato in una sequenza di immagini e suoni è il gioco, a un tempo eccitante e tormentoso, dell’assenza amorosa, dove è sempre l’altro che parte, mentre sono io che resto: «all’assente, io faccio continuamente il discorso della sua assenza; situazione tutto sommato strana; l’altro è assente come referente e presente come allocutore» (R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso). Il mio cuore si scioglie, esponendosi al rischio di essere amato di meno di quanto io ami: in fondo, che cos’è il mio amore, se non rivolgermi a te, che sei sempre sul punto di metterti in viaggio, di eclissarmi?"

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO

 

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la sedia vuota aspetta il prossimo

Performance danzata da: Giovanna Velardi
Da un'idea di: Giovanna Velardi e Paolo Roberto D’ Alia
Una produzione: PinDoc
Con il sostegno di: MIBACT e Regione Siciliana

 

Segnati da un ordigno globale fatto di artefatta compiacenza, il dissenso indica una prospettiva critica. Divergere dalla forma definta, il tentativo di modificare uno stato, ricercare autenticità per poter esserci.

Un personaggio anonimo, seduto su una sedia, osserva il pubblico con occhiali trasparenti e una giacca luccicante. Davanti a lui il pubblico. Tanti occhi che lo scrutano, occhi penetranti che invadono i suoi. Occhi che aspettano. Occhi che giudicano. Occhi che fanno di lui un bersaglio. E perché dunque non diventare un vero bersaglio? Oggetto di lancio di pomodori. Rossi, maturi, impietosi. E il personaggio accetta i colpi, con calma si ripulisce e dice "preferisco i vostri pomodori alla vostra indifferenza". Ma il pubblico, che ora ride e si diverte, è disposto a vivere la stessa esperienza? A sapere cosa si prova a ricevere dei pomodori rossi in faccia, sul vestito? La sedia vuota aspetta il prossimo.


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CONTATTI

info@compagniagiovannavelardi.it

direzione artistica: Giovanna Velardi
giovanna.velardi1@gmail.com

direzione organizzativa: Danila Blasi
danila.dada@gmail.com

amministrazione: Letizia Coppotelli
letiziacoppotelli@gmail.com

comunicazione: Benedetta Boggio
benedetta.bo@gmail.com

Ass. Cult. PinDoc Onlus

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Via Maqueda 232, 90134 Palermo

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